giovedì 28 febbraio 2013

Io... Jane

"Gli studi di Jane Goodall sugli scimpanzé
rappresentano una delle più grandi conquiste scientifiche dell'Occidente"
Stephen Jay Gould



Parlare qui di Io… Jane è un azzardo, lo so.

Questo blog è rivolto a ragazzi della scuola media. Non solo ma soprattutto. E Io… Jane è un libro per bambini. Dare del bambino a un grandone di terza media sarebbe un’offesa irrimediabile ma anche un primino ti guarderebbe storto. Eppure parlerò di Io…Jane.


Intanto perché sospetto che anche al più rude terzino  - inteso come giocatore di calcio o come studente di terza media, non fa differenza - faccia piacere tornare bambino per qualche minuto, ogni tanto. Magari senza farlo troppo sapere in giro, d’accordo.

Poi perché Io… Jane porta con sé una bellezza che può piacere non solo ai bambini ma anche agli adulti. A certi adulti, almeno. Di sicuro piace a me. E, a giudicare dalla quantità di capelli, devo avere la mia bella età.


L’ho scoperto in biblioteca. Mi ha attirato fin dalla copertina: una bambina bionda con in braccio uno scimpanzé di pezza, in mezzo alla giungla con giraffe, elefanti, leoni (animali che vedrei più in una savana, per la verità, ma non sottilizziamo).


Le illustrazioni sono degli acquarelli semplici ma evocativi, affiancati da belle riproduzioni di stampe ornamentali d’epoca. Anche i testi sono semplici semplici, con poche parole. Ma ognuna è pensata, misurata. L’effetto complessivo è una leggerezza che a tratti diventa emozionante.
L'autore è Patrick McDonnel, un noto creatore di fumetti e libri illustrati.
 

Frasi e immagini seguono la bambina bionda – Jane, chiaramente – mentre cresce in un mondo di minute meraviglie: ragni che tessono le loro ragnatele, scoiattoli che s’inseguono sugli alberi, la linfa che scorre sotto la corteccia del faggio.
Era un mondo magico, pieno di gioia e di sorprese, e Jane si sentiva una parte di esso (fonte dell'immagine)
Jane apprese tutto quello che poteva sugli animali e sulle piante osservandoli nel giardino dietro casa e leggendo avidamente libri (fonte dell'immagine)


Jane accumula piccole conoscenze, osserva e registra minimi miracoli con l’occhio del bambino e dello scienziato (ma forse nell’animo di ogni scienziato c’è un po’ un bambino), rincorre grandi fantasie: i boschi dietro casa diventano la giungla africana.
Con il vento nei capelli, leggeva e rileggeva i libri su Tarzan delle Scimmie (fonte dell'immagine)


Ora, da subito mi era venuto qualche sospetto. Ma ci ho messo un po’ prima di capire che quella bambina bionda era proprio Jane Goodall, una delle più importanti antropologhe viventi. L’ho capito, in effetti, appena prima di girare la pagina sull’immagine che chiude la storia: una straordinaria foto della vera Jane Goodall e di un piccolo scimpanzé.
(fonte  dell'immagine)


Come dicono le note di chiusura del libro, “quando Jane Goodall aveva dieci anni, decise che da grande sarebbe andata in Africa, a vivere con gli animali e a scrivere su di loro. Molti le dicevano che era un sogno impossibile. Proveniva da una famiglia di condizioni economiche modeste e viveva in un’epoca in cui le giovani donne non erano incoraggiate a intraprendere carriere avventurose.
Laureatasi e conseguito il dottorato in etologia, Jane riuscì a realizzare il suo sogno: studiò a lungo il comportamento degli scimpanzé del Gombe National Park, in Tanzania e ne ricavò alcune rilevanti scoperte (vedi la citazione di apertura di questo post). 

Ancora dalle note che chiudono Io… Jane:


Una delle osservazioni più importanti di Jane fu che gli scimpanzé sono in grado di costruire e utilizzare strumenti. Fino a quel momento, infatti, si riteneva che quel comportamento fosse una prerogativa degli uomini. Ma grazie agli studi di Jane, il mondo fu costretto a rivedere la differenza fra uomini e animali.


Io… Jane non è solo un gran bel libro per bambini, è il racconto dei primi passi di una donna affascinante e determinata, di una grande scienziata, di una cercatrice di tesori. Io… Jane è la storia di un sogno avverato.


Chi volesse conoscere meglio Jane Goodall e il suo lavoro può visitare il sito dell’istituto da lei fondato. Oppure (forse ancora meglio) leggersi qualcuno dei suoi libri. Io consiglierei L’ombra dell’uomo e Il popolo degli scimpanzè.


In coda a Io…Jane si può leggere un breve messaggio della stessa Jane Goodall. Mi pare che valga la pena chiudere con le parole con le quali lei comincia:


Ognuno di noi può fare la differenza. Non possiamo vivere neanche un giorno senza avere un impatto sul mondo che ci circonda – e spetta a noi decidere come fare la differenza.

sabato 23 febbraio 2013

Sarà mica matematica 19


Se nell’ultima puntata abbiamo giocato coi numeri, stavolta puntiamo tutto sulla geometria, per pareggiare i conti. Ecco i due quesiti:


Il primo

Prendete un triangolo equilatero. Se non lo avete potete prendere quello che c’è qui sotto.

Adesso dividetelo in tre pezzi tali che si possano unire per formare un rettangolo. Non è finita: con quegli stessi tre pezzi si deve poter costruire anche un trapezio isoscele.



Il secondo

Rosa Simona, di seconda B, ha trovato questo quesito su un videogioco e chiede a me un aiuto, così io giro a voi la domanda. Forse se ci proviamo tutti insieme…

I quattro cerchi nel disegno hanno tutti uguale raggio (10 cm) e sono a due a due tangenti, cioè si toccano in un punto. La domanda è: quanto misura l’area della parte colorata? Spiega il ragionamento che hai fatto.

Ora, lo so che in prima non abbiamo ancora affrontato il calcolo delle aree. So anche che nemmeno in seconda abbiamo ancora parlato del cerchio. Il bello è proprio qui: non serve saper calcolare l’area del cerchio (e questo è un primo suggerimento). E sono sicuro che quel poco che qui serve sapere sulle aree lo sapete già dalla scuola primaria. Certo, per trovare la soluzione ognuno ci deve mettere qualcosa di proprio (e questo è un secondo suggerimento).


Una piccola nota, per essere onesti e un po’ pignoli (potete anche non leggerla, se preferite): se per qualche caso passasse di qui un matematico vero, probabilmente  avrebbe qualcosa da ridire (ad esempio: “Bisognerebbe dimostrare che questo è adiacente a quello, che quell’angolo è proprio un angolo di quel tipo…” cose così). Forse però, per questa volta, possiamo sorvolare su certi dettagli.


Ci sentiamo venerdì prossimo per le soluzioni.

venerdì 22 febbraio 2013

Sarà mica matematica 18, le soluzioni

Ecco a voi, finalmente, le risposte ai due quesiti pubblicati in quest'altro post.

Il primo

L’unica coppia di numeri primi con distanza 11 è 2-13.

Non esiste altra coppia con distanza 11 perché:
  • tutti i numeri primi sono dispari, tranne il 2;
  • 11 è un numero dispari;
  • numero DISPARI + numero DISPARI = numero PARI (quindi non primo).

Hanno risposto correttamente:
Sophia Z. di prima B;
Matteo C., Matteo N., Nicholas S. di terza B.


Il secondo

La risposta è:


oppure, se preferite, la risposta è: a = 2;  b = 1;  c = 7;  d = 8.

Le spiegazioni  del ragionamento seguito sono state tutte corrette nella sostanza ma piuttosto contorte. In effetti è più facile pensarlo che spiegarlo. Per comodità - e un po' di pigrizia - sfrutterò le parole di Nicholas S. di terza B (le ho rimaneggiate un po', d'accordo):

Per trovare a

Posso scegliere solo fra 1 e 2 perché sono gli unici numeri che moltiplicati per 4 non superano le migliaia. Nessun numero moltiplicato per 4 ha come risultato un numero che ha l'unita' 1.

Quindi a = 2.



Per trovare d

Deve dare un numero che finisce con 2, quindi posso scegliere il 3 o l'8. Scelgo l'8 perché 2 x 4 = 8

Si ha d = 8.



Per trovare b

Posso scegliere solo tra l'1 e lo 0, perché sono gli unici numeri che moltiplicati per 4 non superano le centinaia. Potrei scegliere anche il 2, ma è già stato usato.

Dal momento che nessun numero diviso per 4 fa 0, risulta che d = 1.



Per trovare c

Devo scegliere un numero che moltiplicato per 4 più il riporto di 3 ha come risultato 1. Gli unici numeri sono il 7 e il 2, ma quest'ultimo è già stato usato.

Quindi c = 7


Oltre a Nicholas, hanno risposto:
tra i primini: Sophia Z. e Valentina V. (diversi altri hanno dato la soluzione ma non hanno spiegato...!);
tra i terzini: Matteo C.e Matteo N.

Qualcuno avrà notato che nessun secondino è stato citato. In effetti nessuno di seconda ha partecipato. Ma io sono un gentiluomo e non voglio sottolineare la cosa :-)

Complimenti a tutti quelli che ci hanno provato. 

venerdì 15 febbraio 2013

Sarà mica matematica 18


Questa settimana si gioca con due quesiti numerici.

Il primo

Nell’ultimo Sarà mica mate abbiamo notato che, se aggiungo o tolgo 12 a un numero primo, capita piuttosto spesso di ottenere proprio un altro numero primo.

Questa osservazione è abbastanza vera per numeri primi piccoli, quelli che si trovano sulle nostre tavole numeriche, ad esempio. Per numeri primi più grandi è da vedere quanto spesso funzioni questo giochino di trovare due numeri primi che abbiano distanza 12 (se volete provarci, trovate i primi 50.000 numeri primi qui, ad esempio).

Ora, le espressioni “piuttosto spesso” e “abbastanza vera” non sono particolarmente eleganti né precise (anche se rendono l’idea). La “regola del 12” non è affatto una regola. Che poi la parola “regola” a me non piaccia granché è un altro discorso. Anche provarci con i primi 50.000 numeri non è poi così utile: i numeri primi sono infiniti, come sappiamo, e l’idea di fare infinite prove non sembra molto saggia.

Proviamo però a sostituire il 12 con un altro numero. Prendiamo ad esempio il numero 11. Si può dichiarare che esiste un solo paio di numeri primi che abbiano distanza 11 tra loro. Ed è uno e uno solo paio. Posso provare fino alla nausea e poi ancora un po’: non ne troverò altri.

Le domande sono: qual è l’unica coppia di numeri primi con distanza 11? Perché posso essere assolutamente certo che non ne esistono altre?



Il secondo
Premesso che a lettera uguale corrisponde cifra uguale (come direbbe la Settimana enigmistica), trova le cifre che rendono vera la seguente addizione:
La risposta deve essere corredata da una spiegazione del ragionamento seguito per arrivarci. Sintetica, s’intende.