Sembrano persone normali ma, quando meno te lo aspetti, portano in casa una nidiata di scorpioni chiusi in una scatola di fiammiferi, o magari un piccolo serpentello. “Per studiarli”, dicono.
Alcuni passano ore — ore! — fermi, seduti in un capanno, per riuscire a vedere con un binocolo il riflesso blu sulle ali di un martin pescatore. Altri vanno in giro a raccogliere acqua dalle pozze stagnanti per poterne osservare qualche goccia al microscopio (chissà cosa ci vedranno?). Altri ancora vagano solitari per i boschi e non fanno altro che guardarsi intorno; torneranno a casa con le mani sporche di terra e le tasche piene di cianfrusaglie di dubbia igiene.
Ce ne sono perfino alcuni (attenzione che qui la cosa si fa davvero preoccupante) che osservano alla lente i rigurgiti dei gufi per capire cosa hanno mangiato.
Sono gente ben strana, datemi retta.
“Naturalisti”, li chiamano.
Non è che siano pericolosi, eh. Anzi, spesso sono piuttosto tranquilli e cordiali. È che hanno questa stramba tendenza a lasciarsi affascinare dalle cose della natura, a voler conoscere quello che c’è intorno a loro. Sono gente ben strana, non c’è niente da fare.
Va anche detto che alcuni di loro sono finiti nei libri di storia della scienza, perfino nei libri di scuola. Linneo, Darwin, Konrad Lorenz, tanto per fare dei nomi. Insomma, qualcuno è diventato famoso. Ma non c'è da illudersi: la maggioranza non guadagna né fama, né potere, né soldi: fa quello che fa per pura curiosità, per voglia di sapere, perché si diverte. Ditemi voi se è normale.
Ecco, io vi ho avvisati.
Allora sappiate anche che c’è in circolazione un libro dal titolo Guida del naturalista. L’ha scritto uno di loro, si chiama Gerald Durrell.
Se per caso vostro figlio butta un occhio su quel libro, beh, intuite da soli qual è il rischio.
Per fortuna sembra essere fuori catalogo e piuttosto difficile da trovare. Però ce ne sono ancora delle copie in circolazione (a caro prezzo!). Volendo fare uno scherzaccio a qualcuno, si potrebbe comprarlo usato e regalarglielo per natale.
È un libro subdolo, con delle immagini di un certo fascino: belle fotografie, disegni eleganti. Passa in rassegna i vari ambienti (dalla foresta tropicale al giardino di casa) e per ognuno dà informazioni, suggerimenti. Qua e là potrebbe quasi sembrare un catalogo dell’Ikea. Ma, attenzione!, non è un catalogo commerciale. Magari lo fosse.
E poi, quel Gerald Durrell, era uno che sapeva scrivere: tra una storiella interessante e un aneddoto piacevole — magari anche divertente — finisce per incastrarti.
In fondo al libro, c’è anche una parte con tanti suggerimenti pratici per attività nel laboratorio di casa: come organizzare un laboratorio casalingo, come realizzare un erbario, come allevare, studiare e conservare piccoli animali, come costruire un terrario, come riconoscere e esaminare le borre, e avanti così.
Insomma, è un libro pericoloso e subdolo. Stateci attenti perché, se il vostro ragazzo lo legge o anche solo se lo sfoglia, poi sarà più difficile rimbambirl… ehm, volevo dire, appassionarlo con una sana playstation o con una bella dose di TV.
Poi non dite che non ve l'avevo detto.
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P.S. Questo post partecipa alla terza edizione del Carnevale dei libri di scienza, ospitato da Gravità Zero.
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12 commenti:
Che meraviglia, Gerald Durrell. La lettura della Mia famiglia e altri animali è stata una delle cose che più mi ha fatto ridere a crepapancia nella vita.
Una volta l'ho pure fatto leggere ai miei alunni dell'Onda, che erano naturalisti dell'animo umano.
Ah, sì, La mia famiglia e altri animali. Se fossi costretto a scegliere un libro uno che - da ragazzo - mi ha cambiato la vita, direi quello. Lo so che sembra un po' esagerato, eppure è stato lì che ho deciso di fare il naturalista (che poi io sia diventato insegnante è un altro discorso).
Spero che i tuoi alunni dell'Onda abbiano apprezzato.
Bellissimo libro :-)
(ehm, sì, forse un po' caro...praticamente come una playstation)
E bellissimo blog.
Intanto grazie per il complimento. Lo metto da parte per i giorni difficili.
Quanto al libro, vale ben più di una playstation (o no?). Però ammetto che, se il valore attuale è quello, potrei accettare offerte per la mia copia, pagata 35000 lire il millennio scorso.
Ho passato l'infanzia leggendo questo libro decine e decine di volte, era della bibliotreca civica e ad un certo punto è scomparto. Dopo circa 20 anni me l'hanno regalato, che emozione
Rottaris: davvero un bel regalo. Anch'io l'ho letto e riletto, però mi è toccato comprarmelo! :-)
Beh, sono fortunata perché questo libro è in mie mani da tanti anni, fortunosamente recuperato - gratis - dal macero degli invenduti della casa editrice (che non nomino). Durrell mi ha informata, in modo assai divertente, che se vedi un riccio caracollare in giardino e bofonchiare come un ubriaco, ebbene esso riccio, è effettivamente ubriaco, visto che mangia la frutta caduta dagli alberi, frutta che spesso è in fase di fermentazione, indi.. riccio sbronzo, ma non solo. Grande libro!
Sono andato a riguardarmi il passaggio del riccio ubriaco:una piccola meraviglia. Durrell è sempre colmo di questi aneddoti, che a volte sembrano perfino inventati, tipici di chi ha praticato a lungo l'esercizio dell'osservazione paziente e curiosa. Roba che vorrei tanto trasmettere ai ragazzi che frequentano le aule scolastiche!
Il capitolo sul giardino di casa è sempre stato il mio preferito. Proprio stamattina ho trovato gli inequivocabili segni del passaggio di un riccio nel mio giardino. Mi domando se era sobrio.
Quanto al libro: ho mal di pancia all'idea che certi libri vadano al macero. Per fortuna ogni tanto c'è chi li salva e li apprezza!
Il mio è originale, regalato all'età di 12 anni...ne ho 45 e sono sempre con il naso e occhi per aria o per terra. Ho la fortuna di vivere al mare e in alta collina. Non so più dove mettere le cose, x fortuna come fotogtafia digitale. Libro, da regalare, io ho fatto 10 fotocopie del mio e le ho regalate. SEGUITEMI.
Può essere un'idea, sì. Deve essere proprio bello ricevere un regalo simile a 12 anni e lasciarsi catturare così.
A volte sembra che i dodicenni di oggi abbiamo gli occhi solo su qualche schermo: tablet, TV, telefonino... sarebbe meraviglioso se un libro, anche in fotocopia!, li abituasse a guardare davvero per aria o per terra...
Però noto che questo post su Durrell è uno tra i più letti. Forse qualche speranza c'é :-)
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