giovedì 4 febbraio 2010

Un altro pesce dal passato

In un post di qualche giorno fa ho raccontato la storia del celacanto. Ora, si potrebbe pensare che la scoperta di una specie che si pensava estinta da milioni di anni possa essere già abbastanza clamorosa. Invece non è finita.

Manado Tua, isola di Sulawesi, Indonesia. Un bel giorno di settembre del 1997, Mark Erdmann e sua moglie Arnaz sono in luna di miele, stanno passeggiando tra le bancarelle del mercato. All’improvviso Arnaz nota uno strano pesce su un carretto: è coperto di scaglie marroni e ha delle strane pinne lobate. La maggior parte dei turisti considererebbe quell’animale come una stranezza locale. Si dà il caso però che Mark Erdmann sia un biologo marino con un dottorato all’Università di California a Berkley. Riconosce subito il celacanto. Lo fotografa. Chiede informazioni al pescatore: pare che il celacanto sia un pesce locale. Mark aveva studiato che il celacanto è sudafricano ma pensa che, evidentemente, i suoi ricordi di studente sono imprecisi e il pescione è diffuso anche in Indonesia. D’altra parte fino a qualche decennio prima sembrava che non ce ne fossero proprio più, da nessuna parte…
Tornato in California Mark scopre che i suoi ricordi erano giusti: non si hanno notizie ufficiali di celacanti più a Est del Madagascar! Erdmann torna in Indonesia e si mette a cercare il pescatore che aveva incontrato al mercato. E lo trova. Ne trova anche altri tre che dichiarano di aver pescato il celacanto. Sembrano attendibili. Pare anzi che da quelle parti il pesce sia noto come “Re del mare” e se ne peschino 2 o 3 all’anno. Così Mark promette una ricompensa a chi gliene procurerà un altro esemplare.
La mattina del 30 luglio 1998, un pescatore gli porta un grosso celacanto ancora vivo.
Dagli esami che seguiranno risulterà che non si tratta di una Latimeria chalumnae. È una nuova specie: Latimeria menadoensis.
Il confronto tra i DNA dei due animali dice che la differenziazione tra le due specie risale a circa 30-40 milioni di anni fa.
Così adesso non abbiamo più un pesce venuto dal passato, ne abbiamo due.
A vederli sono quasi uguali, sennonché il celacanto africano è bluastro, quello indonesiano è marrone. Per il resto può valere ancora la descrizione che Marjorie Courtenay-Latimer scrisse nel 1938, quando chiese aiuto a J.L. Brierly Smith per la prima classificazione del pesce (allora) misterioso: "É ricoperto di pesanti scaglie, quasi come un’armatura, le pinne somigliano ad arti [...]. La dorsale ha sottili spine bianche su ogni filamento".
Sembra un po’ la descrizione di un mostro da film. E infatti nel 1954 il film Il mostro della laguna nera (The Creature From The Black Lagoon, in originale) è dichiaratamente ispirato alla scoperta della latimeria delle Comore, avvenuta l’anno prima. Nell’immagine la locandina del film.

Molto è stato scritto sul celacanto ma non moltissimo si sa. Vive rintanato in profonde grotte marine e ne esce nel pomeriggio per cacciare lungo la costa, sempre alla stessa ora. Dove tenga l’orologio resta un mistero.
Una spedizione del 1987 osservò per la prima volta uno strano comportamento: le latimerie ogni tanto si inclinavano in avanti e sembravano stare in piedi sulla testa. Perché? Un altro mistero.
Le sue pinne simili a zampe indussero a credere che il celacanto fosse l’antenato diretto dei vertebrati terrestri. Si pensava che usasse le pinne per camminare sul fondo. Non era così: le pinne gli permettono solo un grande controllo della nuotata.
La latimeria è inclusa nella lista rossa dell’IUCN come specie a rischio di estinzione. Ne restano poche, infatti, probabilmente meno di un migliaio. È un animale immutato da oltre 400 milioni di anni. Non è antenata diretta dell’uomo ma di sicuro è riuscita a sopravvivere ai dinosauri. Sarebbe un vero peccato se proprio adesso finisse per estinguersi. Di nuovo.

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