Una storiella che ha circolato a lungo dopo la morte di Mendel racconta che i monaci al lavoro nella biblioteca erano usi affacciarsi alla finestra e chiamare Mendel, affaccendato nello spostare avanti e indietro le sue piante sperimentali. […] «Che c’è per cena stasera, Gregor? » Avrebbero gridato a Mendel mentre strappava le erbacce tra le file di carote e cetrioli nell’orto. «Oggi niente piselli», avrebbe urlato Gregor di rimando. Li voglio conservare per qualcosa di più importante che non il cibo».
(da Il monaco nell’orto, di Robin Marantz Henig)
Mi chiedo cosa penserebbe Mendel dell’enorme sviluppo che ha avuto la genetica, scienza di cui è il padre putativo. Come reagirebbe leggendo il proprio nome su tutti i libri di scuola, lui che morì pressoché ignorato dalla comunità scientifica.
Pare fosse solito dire agli amici: ”verrà il mio tempo”. Ora il suo tempo è decisamente venuto se in un altro convento, oggi usato come scuola, un professorino tenta ancora di spiegare a un gruppo di ragazzi e ragazze le “leggi di Mendel”.
Va bene: mi sono lasciato andare, sto divagando un po’ troppo. Avrei potuto semplicemente dire che, su richiesta, ho preparato alcuni esercizi di calcolo della probabilità applicato alle leggi di Mendel, mettere il link e via andare. Però…
Però mi piacerebbe poter dire che anche questi pochi esercizi sono un nostro piccolo tributo alla genialità di quel monaco che, chino nell’orto, cerca di scoprire il meccanismo della vita.
Es01_Mendel
Sol01_Mendel
...e le soluzioni
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