Questo è un post che non avrei voluto scrivere. E nello stesso tempo sapevo che prima o poi l'avrei fatto.
In questi giorni mi è arrivata la notizia di essere "passato di ruolo". E' una buona notizia: migliaia di insegnanti in Italia sono senza lavoro o sono costretti a vivere di supplenze. La nomina in ruolo, invece, mette più o meno al sicuro dal pantano del precariato.
Ciò nonostante confesso di non essere contento come dovrei.
Uno dei motivi è che tutto ciò significa rientrare nel tritacarne della scuola statale, dove spesso quello che conta è la graduatoria: "quanti punti hai", non quello che fai. (E' anche per questo che in questi ultimi anni ho scelto di lavorare in una scuola paritaria.)
Ma il fatto principale è che dovrò cambiare scuola. Lasciare un luogo che, dopo quattro anni, mi è ormai familiare. Lasciare un gruppo di colleghi e di allievi con i quali mi trovavo bene. (Non che tutto fosse perfetto, eh, ma mi trovavo bene.) E' una sensazione strana: un po' agra, un po' dolce.
Questo è un post di saluto. Non lo farò lungo: sarebbe troppo facile cadere nel retorico o nel sentimentale. Un saluto e via: la vita continua, la strada è lunga. Spero sarà, per tutti noi, un bel camminare.
PS: spero anche che questo blog possa essere un luogo dove continuare a "sentirci". Vi aspetto.
In questi giorni mi è arrivata la notizia di essere "passato di ruolo". E' una buona notizia: migliaia di insegnanti in Italia sono senza lavoro o sono costretti a vivere di supplenze. La nomina in ruolo, invece, mette più o meno al sicuro dal pantano del precariato.
Ciò nonostante confesso di non essere contento come dovrei.
Uno dei motivi è che tutto ciò significa rientrare nel tritacarne della scuola statale, dove spesso quello che conta è la graduatoria: "quanti punti hai", non quello che fai. (E' anche per questo che in questi ultimi anni ho scelto di lavorare in una scuola paritaria.)
Ma il fatto principale è che dovrò cambiare scuola. Lasciare un luogo che, dopo quattro anni, mi è ormai familiare. Lasciare un gruppo di colleghi e di allievi con i quali mi trovavo bene. (Non che tutto fosse perfetto, eh, ma mi trovavo bene.) E' una sensazione strana: un po' agra, un po' dolce.
Questo è un post di saluto. Non lo farò lungo: sarebbe troppo facile cadere nel retorico o nel sentimentale. Un saluto e via: la vita continua, la strada è lunga. Spero sarà, per tutti noi, un bel camminare.
PS: spero anche che questo blog possa essere un luogo dove continuare a "sentirci". Vi aspetto.